La Pittura Fiamminga
TRA VELATURA ED ESALTAZIONE DEL DETTAGLIO

Fin dagli albori della civiltà, la rappresentazione artistica dell’elemento naturale ha avuto valore quasi esclusivamente sotto il profilo simbolico e decorativo.

Soltanto nel corso del XVII secolo, con la progressiva scomparsa del quadro di devozione e la successiva specializzazione delle botteghe d’arte, lo scenario naturale diventa soggetto autonomo e indipendente, codificato come genere che comprende diverse categorie quali: paesaggio, architettura, marina, veduta di città, natura morta, fiore, etc.

“L’arte fiamminga è destinata a influenzare profondamente il resto dell’arte europea successiva.”

Mentre in Toscana si sviluppa quell’arte profondamente innovativa che definiamo rinascimentale, nelle Fiandre (buona parte dell’attuale Belgio e Olanda), si sviluppa invece l’arte fiamminga, destinata a conoscere ampia fortuna e a influenzare profondamente le rappresentazioni pittoriche europee nei secoli a venire.

La pittura a olio e la velatura

Secondo la tradizione, i pittori fiamminghi e in particolare Jan Van Eyck furono gli inventori della pittura a olio. In realtà, l’utilizzo di oli essenziali quali vettori dei pigmenti era già nota nell’antichità, e – seppur limitatamente – utilizzata anche nel Medioevo.

Quale sia stata quindi la reale novità introdotta dai pittori fiamminghi sotto questo profilo è uno dei problemi ancora aperti della storia artistica di quegli anni. In ogni caso, la vera rivoluzione apportata dai fiamminghi non fu tanto relativa alla composizione dei colori, quanto alla loro stesura.

Questi pittori, infatti, perfezionarono e portarono a livelli eccelsi la tecnica della velatura.
In cosa consiste esattamente? Quando si stende un colore su una tela (ma anche su una lastra di metallo, di legno o altro), non si fa altro che porre su un piano una pellicola, che, in sostanza, copre la superficie di partenza dandole il colore che l’artista intende rappresentare.

Alcune tecniche pittoriche, già alla prima pennellata, stendono una pellicola interamente coprente. Altre, invece, optano per una pellicola semi trasparente. In questo secondo caso, la pennellata viene definita appunto velatura.

Con le velature, il pittore può realizzare sfumature in modo molto preciso e accurato e può ottener una gamma cromatica davvero ampia. Sovrapponendo diverse velature, infatti, egli può gradualmente raggiungere il tono che preferisce. L’unico inconveniente – se così possiamo definirlo – di questa tecnica risiede nella laboriosità e nella lentezza del lavoro.

La cura dei dettagli

La pittura a olio con la tecnica della velatura è senz’altro uno dei punti di forza della pittura fiamminga, ma non certo l’unico.

Alla novità tecnica, si aggiungono infatti fattori di innovazione più propriamente stilistici tra cui spiccano in particolare la precisione della rappresentazione dei dettagli con una sottile descrizione dei particolari e la rappresentazione della luce.

Per quanto riguarda l’attenzione ai dettagli, la pittura fiamminga non differisce molto da quella tardo gotica.

Come quest’ultima, anche l’arte fiamminga è una pittura estremamente analitica: ogni singolo elemento viene studiato con precisione e rappresentato compiutamente.

Inoltre, grazie all’uso dei colori a olio e delle velature, la rappresentazione del particolare è esasperata fino al limite delle possibilità tecniche.

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“Sovrapponendo velature di colore diverso l’artista può ottenere infinite gamme di colori intermedi”

I Protagonisti

Del 17° secolo, eredi di Jan Van Eyck, creatore di una nuova visione pittorica, con Hans Memling e Van Der Weyden, in una vastissima schiera di eccelsi artisti, possiamo elencare

 

PAESAGGISTI

 

Meindert Hobbma, Jan Brueghel, Lucas Van Uden, Ignatius Van Der Stock, Adrien Boudewyns, Jaques Backereel.

 

NATURE MORTE

 

Adrien Van Utrecht, Franz Snyders, David De Cronick, Cornelius De Heem, Jan Roos.

 

MARINE

 

Adriens Van Eertvelt.

 

FIORI

 

Daniel Seghers, Jan Breughel, Ambrosius Breughel, Nicolaes Van Verendael, Pieter Van Avon.

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