Primitivi
OMAGGIO ALLA PITTURA SENESE
DA DUCCIO A SIMONE MARTINI

Tra il 1200 e 1400, la pittura ebbe un grande sviluppo in Europa e in Italia, e in particolare in Toscana e a Siena, dove venne usata in un primo tempo per dipinti d’altare e poi adottata per opere a soggetto sacro su tavola in legno.

Tra il 1260 e 1300 le opere devozionali risentono dell’influenza bizantina e si apparentano alle icone.

In seguito, con artisti come Duccio di Boninsegna a Cimabue ai fratelli Ambrogio e Pietro Lorenzetti, le rappresentazioni sacre si arricchiscono di connotazioni naturalistiche, per cui il Bambino è effettivamente un neonato e la Madonna diventa una madre affettuosa con l’aureola, senza alcun atteggiamento divino.

La collezione Primitivi di Annibale Esposti riprende la scuola toscana tra XII e XIV secolo

Simone Martini, che fu probabilmente allievo di Duccio di Boninsegna, impreziosisce i suoi dipinti con elementi decorativi grazie all’utilizzo di stampini e punzoni, che sembrano essere prerogativa dell’arte orafa.

Successivamente la pittura su tavola viene valorizzata con simboli (come il cardellino ), fiori e oggetti rossi che rappresentano il sangue e la passione.

Nella collezione Primitivi, Annibale Esposti vuole rendere omaggio alla scuola toscana di questo periodo.

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